La Nuova Ferrara

L’iniziativa

Il coro delle mondine di Porporana compie vent’anni

Cinzia Berveglieri
FESTA PER I 40 ANNI DI ATTIVITA' DELLA  CIA - ASSOCIAZIONE  AGRICOLTORI ITALIANI -   ESIBIZIONE DEL CORO DELLE MONDINE  DI PORPORANA
FESTA PER I 40 ANNI DI ATTIVITA' DELLA CIA - ASSOCIAZIONE AGRICOLTORI ITALIANI - ESIBIZIONE DEL CORO DELLE MONDINE DI PORPORANA

Da venerdì a domenica incontri e concerti per rivivere le storie delle mondine ferraresi

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Ferrara Conferenze, laboratori e concerti per festeggiare il ventesimo compleanno del coro delle mondine di Porporana. Gli appuntamenti, organizzati dall’associazione Orm-ne / Coro delle Mondine di Porporana, Cps La Resistenza e Arci Ferrara, e patrocinati dalla Regione Emilia Romagna, si svolgeranno da venerdì a domenica al consorzio Grisù (via Poledrelli 21, Ferrara) e alla sala della Musica in via Boccaleone 19. L’obiettivo è sottolineare l’importanza del canto popolare e della sua dimensione corale, in particolare nel processo di emancipazione sociale femminile, accompagnata da una mostra sulla storia del Coro delle Mondine di Porporana. L’evento La tre giorni del ventennale si aprirà domani con l’omaggio a Ornella Marchetti, fondatrice del coro, deceduta alcuni anni dopo la fondazione del gruppo. «L’idea di fondare il gruppo - racconta Morena Gavioli, presidente del coro - venne ad Ornella quando sentì cantare in chiesa Loredana Cavallari (Dana) e Anna Zappaterra (Nini). Dana e Nini avevano lavorato come mondine e conoscevano i canti che in passato avevano scandito le ore di lavoro nelle risaie. All’inizio nel coro eravamo in 6 e la nostra prima esibizione, se così si può chiamare, fu il 24 giugno del 2005 quando in occasione della cena sociale della festa paesana di Porporana, a sorpresa ci alzammo in piedi ed iniziammo ad intonare un canto stupite noi stesse, da quello che insieme eravamo riuscite a fare». Oggi le componenti del coro sono venti. Le veterane Dana e Nini hanno 95 anni mentre Iole, zia di Ornella, ne compirà 96 a giugno. Sono loro stesse a narrare il loro passato di mondine: ragazze non ancora quindicenni che a metà maggio partivano dall’Emilia Romagna, dal Veneto e dalla Liguria dentro a treni merci per raggiungere, dopo giorni di viaggio, la stazione di Milano dove trovavano ad attenderle i proprietari delle risaie che le portavano nelle loro aziende. «Quando si arrivava a Milano - racconta Iole (nella foto al centro è la ragazza accovacciata in basso a destra) - ad ognuna di noi veniva dato un grande cappello di paglia che doveva proteggerci dal sole ma che serviva anche nei giorni di pioggia quando mettevano in testa, a mo’ di grande fazzoletto, dei sacchi di iuta che tenevamo fermi infilandovi sopra il cappello di paglia». E continua: «Il nostro trolley (sorride, ndr) era una valigia ricavata da cassette di legno che fungeva anche da seggiolino durante il viaggio in treno; al suo interno oltre agli indumenti personali, le lenzuola, non mancava mai la crema Biancardi, che serviva a sbiancare letteralmente la pelle colorata dal sole, perché allora ad essere abbronzate erano solo le persone che lavoravano nei campi». Ma la storia del coro è fatta anche di immagini, quelle che Morena e Raffaella hanno conservato e con le quali allestiranno la mostra che ripercorrerà tutte le esibizioni fatte. «Ci siamo esibite alla Camera dei Deputati, siamo state ospiti all’interno di festival dedicati ai canti popolari a Milano, Roma. E siamo andate nelle rsa, nelle biblioteche e nelle scuole del nostro territorio. È proprio dai ragazzi che riceviamo la gioia più grande. Vederli commuoversi ascoltando le nostre cantate ci rende orgogliose di ciò che facciamo e ci dà la forza per continuare a tramandare ed omaggiare la storia delle mondine, che è la storia delle nostre nonne e delle nostre famiglie».