Daria Bignardi si racconta: «I libri sono al centro della mia vita»
“Parlarne tra amici”, la scrittrice ferrarese racconta il podcast
Ferrara Dopo "Libri che mi hanno rovinato la vita”, pubblicato da Einaudi nel 2022, Daria Bignardi torna a parlare di opere letterarie e scrittori ma stavolta non affida i suoi pensieri alla carta stampata, bensì al microfono. "Parlarne tra amici", prodotto da One Podcast e disponibile su tutte le principali piattaforme di streaming, è il podcast di libri della ferrarese Daria Bignardi. Dentro, ci sono i libri che le piacciono, quelli che non la convincono, quelli che spopolano nelle classifiche, quelli che non si possono non leggere. Con un microfono aperto davanti e due amici - Silvia Righini e Stefano Sgambati - al fianco, Daria parla di libri coi libri e qualche volta con i loro autori. Ogni puntata è dedicata in particolare a un autore o a un libro da cui poi prendono vita altri collegamenti letterari ed editoriali. Tra un ascolto e l’altro l’abbiamo intervistata per saperne un po’ di più di questa serie, dei libri che legge e degli autori e delle autrici che ama.
Daria, come nasce questa serie?
«Con Silvia e Stefano, amici coi quali ho condiviso quattro anni di radio quotidiana, parliamo sempre con passione dei libri che leggiamo. One Podcast mi aveva chiesto un podcast di libri e abbiamo pensato che allargare ai nostri ascoltatori il nostro piccolo club del libro potesse essere divertente».
Come decidete il libro di cui parlare?
«Parliamo dei libri che leggeremmo anche se non facessimo il podcast: di solito sono uscite più o meno recenti, dell’ultimo anno. Poi mentre parliamo di questo o quel libro facciamo riferimento ad altri libri che ce lo ricordano, o che sono più riusciti, o meno. Insomma proprio come si fa tra amici quando si chiacchiera di in libro o di un film».
Vi capita di non essere d’accordo sull’autrice o l’autore da affrontare?
«Ci capita, ma troviamo sempre una mediazione. Ognuno propone i suoi libri preferiti e viene naturale alternarsi. E poi così ci si innamora di autori che sennò si sarebbero completamente trascurati, come è successo per Orbital dell’Editore NN proposto da Stefano. Io probabilmente non l’avrei mai letto pensando fosse un libro di fantascienza. Così come lui non avrebbe mai letto A quattro zampe di Miranda July credendo che fosse un libro da femmine».
Cosa significa per lei parlare di libri?
«Parlare di scrittura, di storie, di letteratura, di me stessa e della vita. La cosa più bella che ci sia».
Nel ’22 uscì “Libri che mi hanno rovinato la vita”, che posto occupano le storie in lei?
«Centrale. Da bambina leggevo compulsivamente, e anche da ragazza. Oggi leggo avidamente. Leggere mi riposa, mi entusiasma, mi emoziona, mi fa sentire che ho una casa».
Ricorda il primo libro che ha deciso di leggere? Dov’era? È stato quello il momento in cui "è cominciato tutto”?
«Ricordo il primo libro di cui mi sono innamorata. Forse non sapevo ancora leggere, stavo iniziando, a cinque anni. Era un libro illustrato che si intitolava Il dono più bello e parlava di Celestino, un bambino non vedente, allora si diceva cieco, che regalava a una principessa in visita al suo paese la cosa più bella che aveva: una meravigliosa fragola del suo orto».
Se dovesse indicare qualche suo autore o autrice di riferimento e rispettive opere, su chi si concentrerebbe?
«Ne ho troppi, ma stravedo per Svetlana Aleksievic, premio Nobel 2015: una giornalista e scrittrice che racconta il mondo contemporaneo partendo dall’anima degli eventi. Ha scritto La guerra non ha un volto di donna. Elizabeth Strout la amo dal suo primo libro che uscì in Italia tantissimi anni fa, Amy e Isabelle. Jennifer Egan è un genio della narrazione, Sally Rooney una fuoriclasse».
Le capita di iniziare un libro e non arrivare alla fine o per principio porta sempre a termine ciò che comincia?
«Mi capita di continuo e se non mi conquistano nelle prime trenta pagine li lascio senza rimpianti».
È passato un anno dalla sua ultima pubblicazione, sta lavorando a un nuovo libro?
«Sì: ho iniziato appena finito Ogni prigione è un’isola, un anno e mezzo fa. Dovrei finirlo tra tre mesi e spero esca in autunno».