La leggenda di Fabrizio De André rivive nella voce del figlio. Oggi il concerto
Questa sera alle 21 in piazza Ariostea l’atteso show di Cristiano sul palco del Ferrara Summer Festival
Ferrara Questa sera (ore 21, apertura cancelli alle 19) Cristiano De André salirà sul palco del Ferrara Summer Festival, in Piazza Ariostea con “De André canta De André”. Accompagnato dalla sua band, proporrà una selezione dei brani più iconici del padre Fabrizio, intrecciando voce e strumenti come chitarra, pianoforte, violino e bouzouki. Una serata emozionante, tra memoria e musica d’autore, per celebrare uno dei più grandi patrimoni della canzone italiana.
"Con il “The Best Of Live Tour” porto sul palco alcuni brani dal vivo che ho (ri) arrangiato nei quattro album De André canta De André dedicati a mio padre – dice il figlio Fabrizio – Ho scelto il meglio, secondo me, di queste mie rivisitazioni. È stato un lavoro meticoloso, fatto con grande attenzione, amore e rispetto. Mio padre avrebbe voluto fare un nuovo tour, dopo quello di “Anime salve”, con nuovi arrangiamenti per i suoi brani e pensava di dare a me il compito di farlo. Ci stavo già lavorando, eravamo ancora in tour insieme ma poi purtroppo è successo quello che sappiamo. Dopo qualche anno dalla sua scomparsa, ho deciso di portare avanti questo suo desiderio e con musicisti del calibro di Luciano Luisi, Max Marcolini e Stefano Melone, ho arrangiato totalmente e registrato dal vivo in vari tour, una quarantina di suoi brani, pubblicandoli in quattro album che ho intitolato “De André canta De André”. Mi è sembrato giusto e mi sembra tutt’oggi naturale cantare mio padre, per dare anche alle nuove generazioni la possibilità di sentire ancora le sue opere dal vivo». Chiunque può trovare nelle opere di mio padre più di una risposta alle proprie domande. Può imparare a riconoscere meglio il bene dal male, il torto dalla ragione, a scovare l’ipocrisia e a trovare giustizia e bellezza. Oggi c’è da avere paura. Ci stanno sottraendo l’arte, la cultura, la poesia, l’informazione, le uniche possibilità di libertà e di riscatto che ci sono rimaste. Perché il potere mira proprio a questo, a dividerci e a metterci l’uno contro l’altro. L’arte alta è difficile che possa essere scalfita dai segni del tempo. Anzi credo proprio che diventi atemporale. La musica la sentivo nel sangue e non mi sarei visto a fare nient’altro che quello».