Caccamo protagonista al Nuovo di Ferrara: «Ridiamo insieme, è liberatorio»
Sotto i riflettori arriva “Fuori di tela”. Il comico: «Il mio viaggio tra arte e scuola»
Ferrara Filippo Caccamo torna a Ferrara con “Fuori di tela”, spettacolo che, oltre a divertire, invita anche il pubblico a gettare il cuore oltre l’ostacolo per inseguire i propri sogni. Caccamo, che ha raggiunto la popolarità grazie ai suoi sketch legati al mondo della scuola (e non solo), sabato 13 dicembre alle 21 sarà protagonista al teatro Nuovo (piazza Trento Trieste). Portando all’eccesso momenti di vita quotidiana in cui più o meno tutti possono ritrovarsi, dal ricevimento genitori ai padri in vacanza, dalla gita scolastica ai commessi stressati sotto le feste, il comico di Lodi riesce rendere estremamente divertenti anche le situazioni più ordinarie. Su Instagram ha superato il milione di follower, i suoi video contano centinaia di migliaia di visualizzazioni e i teatri sono sempre pieni. In attesa di salire sul palco Caccamo si racconta ai lettori della Nuova Ferrara.
Filippo, come nasce “Fuori di tela”?
«Questo nuovo spettacolo rappresenta per me una sfida artistica necessaria. Per tre anni ho portato in giro per l’Italia l’universo scolastico: i compiti, le maestre, l’intervallo, i genitori… A giugno mi sono reso conto di essere arrivato a saturazione, cos’altro potevo dire senza ripetermi? Ho sentito che era giunto il momento di allargare i miei orizzonti, affrontare temi nuovi e personaggi diversi».
E così ha pensato al mondo dell’arte, perché?
«Unire dipinti, grandi maestri e comicità è stato per me un pensiero naturale. Io mi sono laureato in Storia e Critica dell’Arte e già ai tempi dell’università fantasticavo su situazioni impossibili. “Fuori di tela” è un ibrido, ci sono l’arte, la scuola e tante situazioni in cui quasi tutti, almeno una volta, ci siamo trovati».
Prima che la comicità diventasse un lavoro a tempo pieno è stato insegnante. Quando ha cominciato a raccontare il mondo dell’istruzione?
«Subito, è stato immediato e inevitabile. Nei miei video cerco di andare oltre alla battuta. Vedo nel pubblico, oltre al divertimento, anche una sorta di coinvolgimento emotivo. Fin dai primi momenti ho notato entusiasmo, come se quelle battute legate alla scuola avessero una forza liberatoria. È bello raggiungere un pubblico così vasto: docenti, genitori, studenti, ex studenti… forse perché spesso nei video e sul palco racconto e dico cose che nel mondo reale non si possono dire».
Quando ha deciso di allargare il campo d’azione e abbandonare, anche se solo in parte, il mondo della scuola non ha avuto paura della reazione degli spettatori?
«Uscire dalla comfort zone è sempre un azzardo ma è anche terribilmente stimolante. Durante la scrittura ero convinto di ciò che facevo ma finché non si ha la risposta del pubblico le convinzioni valgono fino a un certo punto. Vedere la risposta del pubblico mi ha emozionato. Le risate della gente e i teatri pieni sono magia pura».
Ma da dove arriva questa sua passione?
«Non lo so, sono nato così. Da bambino imitavo Paolo Migone, le insegnanti durante i colloqui consegnavano a mia madre copioni che scrivevo durante le lezioni… Non ho mai voluto fare altro e ancora adesso non vivo la comicità come un lavoro. Prendo sempre appunti, annoto cose che poi un giorno potrebbero tornarmi utili».
C’è un momento di “Fuori di tela” a cui è particolarmente legato?
«Il monologo finale. Ho cercato di descrivere a parole il senso di vivere “Fuori di tela”. Quando la vita ci mette dentro a una cornice che non ci soddisfa dobbiamo avere il coraggio di cambiare. Io interpreto così la tela squarciata di Lucio Fontana, come un invito ad andare oltre. Per anni l’arte è stata rappresentata sulla tela e lui con un taglio ci ha dimostrato che si può anche uscire dai bordi, che possiamo decidere cosa fare di noi. Per me quell’opera è la metafora della vita».
Quella di domani non sarà la sua prima volta a Ferrara, ha qualche ricordo particolare legato alla città?
«Il pubblico. Ricordo che una volta mi accolsero con gli striscioni tipo stadio, bellissimo. A Ferrara ho trovato un affetto e una risposta eccezionali. Libraccio, l’università, il centro storico… per non parlare ovviamente del teatro Nuovo, troppo bello».
Per informazioni e posti: tel. 0532.1862055.
