La Nuova Ferrara

Il progetto

Andrea Ferrari: «In missione per Vasco Rossi, ecco come sarà il nostro teatro sperimentale di Zocca»

di Maria Sofia Vitetta

	Andrea Ferrari e Vasco Rossi
Andrea Ferrari e Vasco Rossi

L’attore e insegnante modenese racconta come è nato il corso che debutterà il 14 gennaio: «Il nome del progetto è ispirato alla canzone “Vita spericolata”»

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MODENA. «Mi ha aiutato a essere più potente “dentro”, a conoscere di più me stesso, a imparare a capire le mie fragilità. Imparare che potevo esprimerle senza paura è stata una delle cose più importanti per me: è quello che poi è diventato il mio modo di scrivere le canzoni. Infatti, ho cominciato a scrivere delle canzoni davvero mie proprio in quel periodo». A raccontare il suo legame con il teatro sperimentale è stato Vasco Rossi in un’intervista pubblicata il 14 dicembre su Repubblica Bologna, ricordando i momenti in cui, da giovane, si dedicava a questa attività con anima e corpo. Un amore e un entusiasmo che lo hanno spinto a proporre un corso di teatro sperimentale a Zocca, il suo paese d’origine. Il progetto, curato dall’attore Andrea Ferrari, inizierà a gennaio 2026, presso il teatro comunale “Vasco Rossi”. «Ferrari ha mandato un progetto ed era esattamente quello che volevo io: dare la possibilità alla gente di incontrarsi, non tanto per imparare a recitare o diventare attore».

Ferrari, come è nata questa proposta?

«D’estate Vasco Rossi passa sempre un mesetto nella sua Zocca. Quest’anno, tra la fine di luglio e i primi di agosto ha incontrato gli amministratori comunali, il sindaco, l’assessore, il vicesindaco. In quella riunione, ha espresso l’idea di proporre un corso di teatro per il suo territorio. L’amministrazione, con cui collaboro per la realizzazione di alcuni spettacoli, conosceva la mia realtà di didattica teatrale, un corso che tengo sia a Modena che a Pavullo da ormai 23 anni. Mi ha convocato, chiedendomi di presentare un progetto di teatro sperimentale, che ho consegnato a fine settembre. A Vasco è piaciuto molto, ha dato subito la sua approvazione. Questa è stata la genesi».

Ha già avuto modo di conoscere Vasco Rossi?

«No, mi sono sempre rapportato con l’amministrazione comunale e con i collaboratori di Vasco. Non ho ancora avuto l’occasione di incontrarlo, ma spero ci sia. Chissà, potrebbe fare una scappata a Zocca e capitare in una delle date del corso».

Perché chiamare il progetto “Voglio un teatro sperimentale”?

«L’idea mi è venuta pensando a una canzone di Vasco, “Voglio una vita spericolata”. Spericolata e sperimentale hanno la stessa radice, speri-. Speri-colata una speranza che cola sulle persone, quindi che si appiccica proprio come una seconda pelle. Speri-mentale, perché c’è dietro proprio una razionalità, un’intelligenza».

Cosa si intende con teatro sperimentale?

«Non è vero e proprio teatro classico, anche se da un punto di vista della materia affonda un piede nel passato e nella tradizione. Le tecniche, come possono essere dizione, fonetica, respirazione, uso della voce e improvvisazione si devono sempre mantenere. Il teatro sperimentale è una forma che nasce nel dopoguerra, negli anni 50, con tutto quel filone di teatro dell’assurdo, happening, teatro zero e teatro di ricerca. L’uomo si mette a colloquio con se stesso».

Un esempio?

«Gli autori che hanno messo in risalto quel grande vuoto che ebbe l’umanità dopo il secondo conflitto mondiale. C’era già stata un’ondata ai primi del Novecento con le avanguardie storiche, i futuristi per primi, a cui Pirandello in qualche modo si era accodato, per esempio con l’ultima opera incompiuta, “I giganti della montagna”».

Quanti sono i posti disponibili?

«Quindici, perché ad un corso di teatro per lavorare bene sono necessari dei numeri non stratosferici. Per iscriversi basta telefonare alla Biblioteca comunale di Zocca. Se qualcuno non si presenta, verranno contattati coloro che avevano fatto domanda. Potrà chiedere di partecipare chi ha già compiuto 14 anni, senza altri limiti d’età. Mi hanno detto che dopo la comunicazione di Vasco è scoppiato il finimondo. La gente ha telefonato da tutta Italia, addirittura anche dalla Svizzera, data la risonanza».

Avete già qualche altra idea nel cassetto?

«Si partirà il 14 gennaio, il primo di dieci incontri gratuiti, tutti calendarizzati di mercoledì, dalle ore 19 alle 21. Se c’è interesse e una buona adesione, l’ipotesi sarebbe quella proporre un corso vero e proprio di nove mesi, a partire dall’autunno del 2026. In giugno 2027 dovremmo allestire uno spettacolo teatrale. Questi sono tre mesi di partenza. In seguito valuteremo se proporre una stagione, anche perché la visione di Vasco Rossi è quella di aiutare molte persone che non hanno la possibilità di raggiungere la città. Solo Modena conta una decina di belle realtà teatrali, ma in montagna c’è meno possibilità di scelta. Vasco ha avuto la lungimiranza di proporre una bellissima iniziativa e infatti la risposta è stata immediata».

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