La Nuova Ferrara

Spettacoli

Margherita, una sassolese protagonista in Sister Act: «Dal corso al liceo al musical dei sogni»

di Maria Sofia Vittoria
Margherita, una sassolese protagonista in Sister Act: «Dal corso al liceo al musical dei sogni»

Aruta in scena dal 26 dicembre al 4 gennaio al teatro Michelangelo di Modena nello spettacolo di Capodanno

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MODENA. «Ho iniziato a fare teatro quando avevo 16 anni - racconta Margherita Aruta, di Sassuolo, protagonista del musical Sister Act, lo spettacolo di Capodanno in arrivo al teatro Michelangelo da venerdì 26 dicembre al 4 gennaio - e ho sempre continuato. Sono partita da un corso alle scuole superiori, poi mi sono formata con noti attori del territorio, Alex Sassatelli ed Enrico Lombardi di Quinta Parete. Sono poi approdata al Teatro Nero, che ha come direttore artistico Claudio Calafiore. Il mio background è prevalentemente teatrale, ma mi è sempre piaciuto molto il mondo del musical».

La carriera

Margherita ha iniziato a studiare canto due anni fa con Stefania Paternò, performer candidata al David di Donatello. Infine è entrata nella Compagnia delle MoRe quest’anno, facendo i provini per Sister Act. «Qui sto proseguendo il mio percorso di canto con Elisa Righi. Mi sono avvicinata al ruolo di Deloris perché da un po’ sentivo il bisogno di spaziare e di sperimentare. Sister Act fa parte della mia formazione personale. Ci sono cresciuta e l’ho nel cuore. Ho trent’anni e i ragazzi della mia generazione l’hanno visto più volte, anche perché è stato sempre riproposto. Mi sono buttata e alla fine è andata bene».

La preparazione

Il cast si sta preparando da circa un anno con prove settimanali per Sister Act, alle quali si aggiungono le lezioni di canto per Margherita, dato che il suo ruolo è particolarmente impegnativo dal punto di vista tecnico: «Deloris canta con tutta se stessa, con voce potente. Bisogna provare e riprovare, ma il trucco è non cantare sempre di petto per evitare di stancarsi e in qualche modo riuscire ad arrivare alle note più impegnative in modo gentile, non troppo graffiante. Ho dovuto mettermi in gioco anche nell’uso del corpo: Deloris infatti cerca di farsi percepire come sicura di sé nonostante le proprie insicurezze, quindi si mostra con abiti scollatissimi, gambe in vista, tacchi alti. Una volta finita in convento però la sua esplosività non si esprime più attraverso vestiti, ma con l’energia e l’espressività vocale. Una delle parti più complicate del musical poi sono i cambi abito, per i quali ci siamo dovuti allenare parecchio».

I personaggi

Nel corso della produzione sono stati approfonditi i rapporti tra i personaggi, che sono diventati veri; forse la parte del musical che arriva con più forza emotiva al pubblico. «Ormai io sento Maria Roberta, la novizia, davvero come la mia piccola, sotto la mia ala, sebbene nella storia sia proprio lei a incoraggiare Deloris. Così con Maria Patrizia, la suora esplosiva, e con tutte le altre si sono creati legami speciali che partono da noi attrici. Ovviamente anche la Madre Superiora, una persona molto rigida e austera, alla fine si scioglie grazie all’entusiamo delle altre suore. La trama è semplice, ma bisogna andare a fondo: allora questo spettacolo può regalare commozione e vera felicità, come l’abbiamo provata noi realizzandolo».

Tante paillettes e amicizia, e soprattutto leggerezza. Sin dalle prime note ci si immerge totalmente nell’atmosfera delle feste, mentre dal secondo atto, che inizia con un pezzo bomba, si spicca il volo e non si scende più. C’è da ridere, perché il musical è di impianto comico, a parte alcuni dialoghi emozionanti.

«Per quanto Deloris voglia fare la panterona, è un personaggio estremamente buffo e goffo. Lei ci crede, ma come tutti noi ha bisogno della musica per farcela».