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Il dramma siccità, alcune riflessioni

Campo Democratico
SECCA SICCITA’ FIUME PO PONTELAGOSCURO
SECCA SICCITA’ FIUME PO PONTELAGOSCURO

26 giugno 2022
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Che la siccità sia un dramma e la secca del Po è sotto gli occhi di tutti. A questo proposito sarebbe stato importante, quindi, che in sede di approntamento dei progetti del PNRR e dell'utilizzo dei fondi europei si fosse lavorato in questa dimensione e a quella estremamente complessa dell'intero bacino del Po. Noi proviamo a porre alcune riflessioni. 1. Negli ultimi decenni si sono spesi decine di milioni per realizzare l'idrovia ferrarese che avrebbe ulteriormente modificato il bilancio idrico del Po. Riteniamo sia necessario riconsiderare questo progetto e capire quanta parte dei finanziamenti dell'idrovia è ancora disponibile e potrebbe essere dirottata su opere di raccolta e conservazione delle scarse risorse idriche. 2. Oltre a lunghi periodi di siccità siamo soggetti a fenomeni atmosferici molto intensi e copiosi. Oltre alla diffusa impermeabilizzazione dei suoli, anche un assetto fondiario che ha visto scomparire quasi del tutto la rete dei fossi, delle scoline e delle capezzagne agricole ha contribuito a compromettere il trattenimento delle acque piovane e la ricarica delle falde: le Associazioni agricole, dovrebbero farsi carico di questo problema.3. Se è aumentata, nei decenni, la domanda di prelievo di acqua dolce da parte dell'agricoltura, riteniamo di porre la domanda se possiamo continuare a puntare sulle stesse coltivazioni e prodotti agricoli sempre più idroesigenti o dobbiamo cercare alternative produttive? E non sarebbe il caso di ripensare la scelta di escludere totalmente il ricorso a produzioni OGM se queste consentono un forte risparmio di acqua? 4. In agricoltura e in zootecnia l'acqua è consumata in grande quantità. Riteniamo che si debba passare dal concetto di consumo al concetto d'uso, attivando e finanziando tutti quei progetti tecnologicamente innovativi che consentano una minore dispersione di acqua. 5. Assistiamo alla crescente impermeabilizzazione dei suoli, ma nulla è stato fatto per rendere obbligatoria o almeno conveniente, con meccanismi simili ai vari bonus e superbonus edilizi, l'installazione di cisterne per la conservazione delle acque piovane nelle nuove costruzioni e nelle ristrutturazioni importanti. 6. Il problema della risalita del cuneo salino che sostituisce le falde freatiche di acqua dolce oramai per molti chilometri all'interno della pianura si abbina, purtroppo, al rischio di un ingresso diretto del mare sulla pianura ferrarese: fino a 40 km nel 2050, dicono ricerche del Consorzio di bonifica e dell'Università. A nostro avviso occorrerebbe predisporre progetti per l'innalzamento delle dune e delle protezioni a mare, per la costruzione di impianti di dissalazione a scala industriale e di conduzione delle acque marine dissalate. 7. In questa fase di vera emergenza non ci tranquillizzano le dichiarazioni di Hera che al momento per Ferrara non ci sono problemi di approvvigionamento di acqua. Se il problema è strutturale di queste emergenze e anche più gravi ne avremo sempre più. L'acqua, il suo uso (ribadiamo: non il suo consumo) è il bene più prezioso che abbiamo . Possibile che ai cittadini resti solo la danza della pioggia?