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L’intervento

Quante mancanze nella gestione dei daini

Quante mancanze nella gestione dei daini

12 settembre 2022
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Ferrara In questi giorni è arrivata una notizia che ha provocato sdegno e ribellione in buona parte della popolazione delle zone di Ravenna e Ferrara. A quanto pare, la Regione ha deciso di mandare al macello i daini che vivono da anni nelle pinete di Classe e di Volano. Questo perché gli animali provocano incidenti e rovinano le coltivazioni.

Come cittadina e contribuente della provincia di Ferrara mi sono posta una domanda: i daini vivono nel Parco regionale del Delta del Po, come mai il parco finanziato anche coi nostri soldi ha avvallato questa decisione?

Pochi giorni dopo è stata resa nota la motivazione: i daini non sono animali autoctoni e quindi vanno eradicati perché creano danni alle piante spontanee. Questa risposta mi ha fatto nascere ulteriori domande. Perché il parco che dovrebbe garantire un equilibrio ecologico delle zone ha permesso quindi il loro sviluppo per così tanti anni senza fare nulla?

Attività di contenimento delle nascite e sterilizzazioni preventive dovrebbero essere pratiche regolari per il mantenimento del buono stato del territorio.

Mi sono anche domandata come possa essere possibile che ci si preoccupi dei daini perché rovinano le piante spontanee, ma che normalmente si permetta di spianare le zone limitrofe, o addirittura interne alla pineta, per creare passaggi e parcheggi per le macchine agricole. Senza contare i veicoli (quali mountain bike, auto, scooter e camper) che senza alcun controllo attraversano, sostano e talvolta restano stanziali creando vere e proprie baraccopoli sempre all’interno della pineta (con il prevedibile risultato di un degrado non solo ecologico, ma anche igienico).

Non solo, all’interno del Parco del Delta, sempre nelle zone dei Lidi Ferraresi, i cittadini si sono visti privati di un numero molto alto di pini: alberi completamente sani, ma ugualmente abbattuti in pochi a giorni, a ripetizione, in varie zone della costa per lasciare il posto alla solita intensa cementificazione delle aree.

Come è possibile se siamo all’interno di un parco naturale?

Personalmente trovo sbagliata la decisione presa dalla Regione, ma ancora più assurda mi sembra la decisione del Parco del Delta di appoggiarla. A cosa serve far parte di un parco naturale se le azioni che vengono applicate sono spesso scempi ecologici? Non si dovrebbe invece cercare e trovare strade da seguire su base scientifica e sostenibile per risolvere i problemi?

Se non lo si fa, allora varrebbe la pena risparmiare i soldi dei contribuenti destinati a questi enti, almeno a mio avviso.

Questa notizia dei daini destinati al macello, parte della popolazione non l’ha sopportata e molte firme sono già state raccolte (e si spera di raccoglierne sempre di più) per portare alla regione il nostro dissenso, nella speranza di essere ascoltati. Il numero dei daini deve essere contenuto, questo è giusto e nessuno lo discute, ma la modalità deve essere pacifica, scientifica, ecologica e non cruenta.

Alessandra Pollina