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Strade senza sigarette, per i ferraresi l’educazione conta più del divieto

Silvia Giatti
Strade senza sigarette, per i ferraresi l’educazione conta più del divieto

C’è chi vieterebbe il fumo all’aperto e chi è più tollerante: “Una questione di buon senso”

21 aprile 2024
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Ferrara Milano per prima , nel 2021, poi Modena nel marzo del 2023 hanno vietato il fumo in alcuni luoghi all’aperto. La svolta, tuttavia, è avvenuta a Torino. Lo scorso 15 aprile e con una delibera comunale che dispone di vietare il fumo all’aperto, e dappertutto, se è a meno di cinque metri di distanza dalle altre persone. E la multa, se si viene pizzicati, è di 100 euro. I ferraresi come vedono i luoghi all’aperto smoke-free? Alla maggior parte di loro l’idea piace, anche se in molti ritengono che fumare all’aria aperta, senza disturbare gli altri è consentito. Perché, sostengono, non è una questione di prendere la "multa" ma è più un fatto di educazione. Ne è convinta Silvia Fadda, studentessa. Silvia studia a Bologna e alla domanda di esprimere un parere sul fumo all’aperto ci ragiona un po’ e dichiara: «È sempre una questione di educazione ma ritengo che vietare il fumo all’aperto sia una restrizione da applicare solo nel caso in cui ci sia un affollamento». E spiega meglio: «Perché se c’è poca gente e il luogo all’aperto è ampio non ritengo che sia necessario il divieto, mentre dove c’è molto affollamento serve fare attenzione». Dice di «essere contrario a qualsiasi tipo di privazione». Manuel Tirana, studente di medicina. «Sono per le politiche attive sulla salute, non sono un fumatore ma credo non sia giusto imporre questo divieto. Basta semplicemente appellarsi al buon senso delle persone». Manuel è in compagnia di colleghi universitari e ha appena preso il caffè del sabato mattina. Con lui c’è anche Gioia Verrigini, anche lei studentessa di medicina. «Il provvedimento a me andrebbe benissimo - risponde-. Anche perché quando sei seduto all’aperto e magari sei al tavolo di un ristorante è veramente fastidioso». Gioia poi espone il suo ragionamento: «Credo, tuttavia, che sia una questione di cambiamento culturale che deve avvenire fra la gente ma sono convinta che il difficile sta nell’attuarlo». E aggiunge: «Potrebbe essere utile alzare i prezzi delle sigarette». Aggiunge qualcosa alle affermazioni di Gioia il collega universitario di Padova Nickolas Parolin. «Concordo con la stretta sul fumo all’aria aperta. Serve disincentivare il tabagismo perché è uno dei più grossi problemi del mondo». E fa un esempio: «In Australia hanno scelto di disincentivare l’uso del fumo portando il prezzo di un pacchetto di sigarette a 30 dollari... questo fenomeno, tuttavia, mi risulta che per contro ha prodotto lo smercio delle sigarette di contrabbando». Rivendica un maggiore diritto alla salute anche un altro studente di medicina, Lorenzo Ledda. «Non sopporto il fumo passivo, anche quando sono in spiaggia che prendo il sole», afferma in modo tranchant e aggiunge: «Ritengo però che sia importante preservare ogni libertà. Il fumo passivo, però, non va bene nei luoghi all’aperto dove ci sono dei bambini o anche dei minori. E non va per niente bene che le persone fumino quando si è in un luogo all’aperto e affollato di gente. In questo caso una stretta la comprendo». Anche per Michela Vacis il divieto non è il punto centrale della questione. «Le restrizioni non servono se non c’è educazione da parte chi vuole fumare» afferma la studentessa che vive a Ferrara ma studia a Bologna. «Ritengo inoltre che chi è rispettoso degli altri, anche quando fuma, è rispettoso anche dell’ambiente e dunque non butta a terrà nemmeno la cicca. Non sono dunque convinta che un divieto possa cambiare molto le cose se poi le persone sono maleducate». Sulla stessa linea a è anche il ragionamento di Martina Image, anche lei studentessa, anche lei frequenta l’università di Bologna. «Credo che i divieti possano fare qualcosa ma alla fine è sempre una questione di persone e di buona educazione. Se si vuole fumare lo si può fare ma questo deve avvenire senza arrecare disturbo agli altri». C’è anche chi ritiene che la stretta sul fumo all’aperto sua un provvedimento eccessivo. «Le restrizioni non servono a nulla. Serve invece che il fumatore sia una persona intelligente», dichiara Marco Leonardi di Tresigallo, seduto al tavolino a prendere un caffè con degli amici. «Io fumo saltuariamente ma non lo faccio se sono al tavolo e vicino a me ci sono delle persone. Serve insomma che ci sia sempre il buon senso in quello che si fa». L’amico di fianco, modenese ma che vive a Udine, Federico Marazzi, invece, non si sbilancia e dichiara: «Sono provvedimenti tutti da valutare». Guido Reggio, avvocato in pensione, invece ritiene che la stretta «sia un fatto positivo, poi nel tempo magari potrebbe subire dei correttivi». Lo spallino Giorgio Meloni invece senza mezzi termini aggiunge: «Non sopporto il fumo neanche quando sono alla Spal». Ilaria Capisani, mamma infine dichiara: «A me il provvedimento mi andrebbe benissimo».