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Colpita da aneurisma al bar ad Alberone. Soccorsa da due fratelli pakistani

Alessandra Mura
Colpita da aneurisma al bar ad Alberone. Soccorsa da due fratelli pakistani

Così la parrucchiera Giuliana è stata salvata: «Un grande grazie»

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Alberone di Riva del Po È stata operata d’urgenza, dodici ore di intervento chirurgico a Cona, e adesso è fuori pericolo pur dovendo intraprendere un lungo cammino verso la guarigione. La signora Giuliana Marchi, conosciutissima a Corlo e dintorni per la sua attività di parrucchiera, deve la vita a Mukhtar Ahmed e Aftab Ahmed, due fratelli pakistani intervenuti in suo soccorso quando, l’1 maggio scorso, è stata colpita da un aneurisma mentre stava facendo colazione al bar pasticceria Panta Rei di Polesella. Ora che i momenti peggiori sono alle spalle, ha voluto rendere nota la vicenda per esprimere tutta la sua gratitudine ai suoi giovani amici, così come ad altri due clienti abituali del locale, i coniugi Francesco Prando e Giuliana Tezzon.

Le avvisaglie di quello che sarebbe successo di lì a pochi giorni, racconta Mukhtar, si erano manifestate già il 26 aprile. «Ero andato a trovarla, e lei ha avuto un mancamento ed è caduta. L’ho aiutata a rialzarsi e si è subito ripresa». Sembrava solo un lieve malore, ma un grosso pericolo era invece già in agguato.

Il I maggio, giorno di festa, il signor Prando e la moglie vanno a fare colazione al bar. Conosce bene i due fratelli: Mukhtar, arrivato in Italia nel settembre del 2013 e ora in servizio nei trasporti scolastici del Comune di Copparo, in precedenza aveva lavorato nella sua azienda agricola ad Alberone di Ro, dove vive e dove abitano anche i fratelli. Aftab, in Italia dal dicembre del 2022, è impiegato a sua volta nel settore agricolo.

I due fratelli poco dopo arrivano nel bar e in seguito, attorno alle 10 arriva anche la signora Giuliana. Ordina una pasta e un caffé, ma mentre sta facendo colazione si sente male e inizia a vomitare. Aftab interviene per pulirle i vestiti, però è subito chiaro che la situazione è seria. La donna non riesce più a parlare bene, la bocca inizia a storcersi.

Lo spavento, tra gli avventori del locale, è grande. Mukhtar propone di far intervenire un’ambulanza per trasportare Giuliana all’ospedale di Rovigo, ma la donna - che comincia a essere molto disorientata per gli effetti dell’aneurisma in corso - non vuole saperne, anzi insiste per salire in auto e guidare fino a Porto Garibaldi per raggiungere la figlia Ilaria che si trova al mare.

«Era agitata, urlava – continua Mukhtar – l’ho presa in braccio e l’ho portata fuori dal bar. Lei voleva a tutti i costi prendere la sua auto, ma non era certo nelle condizioni di guidare, e non riuscire nemmeno più a ricordarsi dove aveva messo la macchina, non la riconosceva più».

Mukhtar a quel punto individua l’auto, fa salire Giuliana e si mette alla guida per portarla a casa sua a Corlo. Intanto chiama l’ambulanza: sono le 10.29. Nei tre minuti di conversazione con l’operatore, descrive le condizioni della paziente e fornisce le indicazioni per l’ambulanza. Intanto, prova a chiamare i familiari della donna, e riesce a contattare il fratello di lei.

La situazione però diventa sempre più difficile da gestire. La signora Giuliana è agitata, sempre meno consapevole di quello che sta succedendo, non ricorda dove sia casa sua, non ricorda la strada, non sa nemmeno perché si trova sulla sua auto e dove sta andando.

Per fortuna, nel frattempo arriva sul posto, a una decina di minuti dalla chiamata, il personale dell’emergenza sanitaria che trasporta con la massima urgenza, in codice rosso, la paziente all’ospedale di Cona. Ogni minuto è prezioso.

Al Sant’Anna Giuliana Marchi entra subito in sala operatoria, per un intervento durato 12 ore con il quale l’equipe medica le salva la vita, sul filo del rasoio. A distanza di quasi tre settimane, la paziente è ancora ricoverata e insieme al familiari (il marito Gino Tonioli, a sua volta molto conosciuto per la sua agenzia di assicuratori a Copparo, la figlia Ilaria, il nipote, il fratello), a seguire con affetto la sua convalescenza sono i fratelli Mukhtar Ahmed e Aftab Ahmed.

Ricordando che «nella religione islamica chiunque salva la vita di una persona salva la vita dell’intera umanità, e chiunque uccide una persone uccide l’umanità intera». l

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