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Il lutto

Addio a Carmen Capatti, con le sue battaglie cambiò Ferrara

Addio a Carmen Capatti, con le sue battaglie cambiò Ferrara

La sua storia raccontata nel libro “Carmen Capatti. Una vita per gli altri”. Aveva 96 anni

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Ferrara Lutto a Ferrara per la morte di Carmen Capatti, 96 anni. Ex assessora provinciale ai Servizi sociali, fu protagonista della stagione che ha riscritto la storia della provincia ferrarese (e non solo) nella seconda metà del Novecento. La sua testimonianza era stata raccolta in un volume, nel 2019, grazie alle interviste a Daniele Civolani, completate con il contributo di Marco Turchi, infine integrate con citazioni e note allo scopo di meglio inquadrare il contesto e di cucire la sequenza degli avvenimenti narrati in prima persona. Il volume, pubblicato da Faust Edizioni, è corredato da un ricco apparato di immagini rare o inedite. In occasione della sua uscita ci concedemmo una lunga chiacchierata con Civolani per ripercorrere le tappe fondamentali di un percorso che ha lasciato il segno. La riproponiamo qui.

di Davide Bonesi

Sulle pagine della Nuova Ferrara abbiamo parlato spesso di Carmen Capatti, figura politica importante per la nostra provincia, in particolare per le tante battaglie compiute nel campo del sociale, non scontate considerando che andiamo indietro di oltre mezzo secolo e parliamo di una donna. «Che ha fatto la quarta elementare», aggiunge Daniele Civolani dell’Anpi. Da poco 90enne, Carmen da un paio d’anni ha ridotto il proprio impegno, anche a causa della morte del marito Laerte Paparella, a sua volta impegnato in politica. Ma un personaggio così meritava un libro ed ecco che proprio grazie a Civolani e all’editore ferrarese Bassini (Faust edizioni), ad inizio settembre uscirà il volume Carmen Capatti. Una vita per gli altri (costo 13 euro). Assieme a Civolani ha lavorato Paolo Turchi, ex direttore Acer, che mosse i primi passi in ambito lavorativo proprio assieme a Carmen come operatore. una vita per gli altri D’altronde, come recita giustamente il sottotitolo del libro, l’ex assessore ha spaziato in tutti i campi del sociale, dai minori agli anziani passando per i cosiddetti matti, sempre con un unico obiettivo: migliorare la loro vita. E i risultati ottenuti sono stati importantissimi, dalla chiusura degli orfanotrofi al cambiamento decisivo apportato prima ai manicomi poi a quelli che una volta venivano chiamati ricoveri, oggi case di riposo.

Le battaglie
«Il mio obiettivo a partire da oltre cinque anni fa - spiega Civolani -, era quello di scrivere una biografia di Carmen. Ma avanzando nella raccolta di materiale e con l’aiuto fondamentale di Turchi, ho scoperto che questo libro era in realtà un viaggio nelle trasformazioni della nostra città, di carattere sociale e umano. E tutto è partito da questa piccola donna non andata oltre la quarta elementare». Tutto è partito dagli orfanotrofi e dalla lotta per riportare i bambini alle rispettive famiglie. «Allora i genitori li mandavano in istituto per ragioni di povertà, il ragionamento di Carmen è stato semplice: “Perché come enti pubblici invece di dare i soldi agli orfanotrofi non li diamo direttamente ai genitori?”. Poi ha voluto l’ospedale dei bambini all’esterno del Sant’Anna e relativamente ai tanti talassemici del Basso Ferrarese portò là i laboratori per le cure, invece di far venire i malati fino a Ferrara».

Slavich
La battaglia per cui sarà sempre ricordata Carmen è però quella sui manicomi, iniziata prima ancora della legge Basaglia del 13 maggio 1978. «Proprio parlando con Basaglia - ricorda Civolani -, decise di chiamare qui il professor Antonio Slavich, con il quale si iniziò a cambiare le condizioni degli ospiti». «A quel tempo - ha detto la stessa Capatti alla Nuova - l’ospedale psichiatrico conteneva 700 pazienti, spesso in uno stato di notevole degrado. Abbiamo partecipato attivamente ad un processo culturale e di valori, dando dignità a persone che purtroppo non ne avevano a causa della loro condizione... obiettivo era quello di reintegrare il paziente, restituendolo alla società».

Gli anziani
Poi il capitolo ricovero, con anziani in grandi camerate da 30-40 persone l’una, spesso legati se non rispettavano le regole. Loro, come i minori negli orfanotrofi, vivevano rinchiusi e gli abusi erano all’ordine del giorno. «Ma Carmen pensò alle case di cura come le vediamo oggi. Anzi, proprio quando leggiamo di abusi sui minori o gli anziani dobbiamo pensare che grazie a Carmen questi sono diventati dei reati, mentre prima purtroppo erano la regola». Il libro scritto a quattro mani da Civolani e Turchi ha la prefazione dell’ex sindaco Gaetano Sateriale e la postfazione di Alessandra Chiappini (ex direttrice dell’Ariostea), entrambi presenti alla prima uscita pubblica del 27 settembre all’Ariostea. «Il messaggio politico lasciato da Carmen? Che basta l’usta come diciamo a Ferrara. Certo conta la competenza, ma fare politica non significa sapere tutto, bensì circondarsi delle persone giuste che rispecchiano le tue idee. Lei - dice Civolani - ha imposto le sue usando la forza della ragione, sembra semplice ma allora come oggi riuscirci è stato un vero miracolo».