La Nuova Ferrara

L’intervento

Il mio ricordo di Gian Pietro Testa

Carl Wilhelm Macke
Il mio ricordo di Gian Pietro Testa

12 gennaio 2023
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Per ricordare il mio collega di professione e vicino di casa (da poco scomparso, ndr) vorrei pubblicare un pezzo di una lettera personale di Gian Pietro Testa indirizzata a me. «La tua lettera mi ha fatto grande piacere, perché ogni tanto è importante sapere che non si scrive sull’acqua, come, purtroppo, ci fa credere l’indifferenza che ci circonda. È vero: il mondo che amiamo è un altro, è il mondo in cui non vince la sopraffazione del più forte, in chi esistono altri valori oltre il denaro. Ma tant’è, dobbiamo consolarci e dire, o sperare, con Brecht che una “grande risata li seppellirà”. Lottando con le poche arme che ci rimangono… La prossima volta quando sei a Ferrara facciamo un buona chiacchierata davanti a un piatto di tagliatelle fatte in casa».

Secondo me in questa breve lettera si trova quasi tutto della mentalità e del pensiero di Testa.

Una grande professionalità nello scrivere in un modo elegante e preciso.

La sua volontà di difendere i valori civici per lui sempre in memoria della resistenza antifascista.

L’ironia tipica per la sua generazione insieme con una nostalgia del vecchio mondo che non c’è più.

E lui non sapeva scrivere solo articoli giornalistici, ma amava anche molto la poesia e i romanzi di tutto il mondo, e gli autori Garcia Marquez, Neruda o Brecht. Ricordo un bellissimo breve saggio di Testa, pubblicato anche sulla “Nuova Ferrara”, dedicato al piccolo trombettiere sulla Piazza Savanarola, quasi un Requiem per la “cultura rossa” a Ferrara.

«Chi avrebbe mai pensato che il nostro Paese, di così antica, complessa e raffinata cultura, potesse diventare il luogo di potere dei furbi, dei prepotenti, un incivile consorzio dove vince sempre la cosa mafiosa intruffolata nel mondo amorale della Finanza in chi la disuguaglianza tra gli uomini è diventata una legge di Dio».

Un giudizio forse troppo rigido ed amaro sull’Italia e Ferrara in particolare, ma si può capire da un giornalista come Testa che ha lottato e scritto sempre in difesa dei valori democratici e civile talvolta era molto arrabbiato verso una “indifferenza che ci circonda”.

Il filosofo tedesco Ernst Bloch ha detto una volta: «Noi ritorniamo sconfitto a casa, i nipoti faranno una battaglia forse piu efficace».

Una confessione che sarebbe senz’altro piaciuta anche a Gian Pietro Testa, mio amico, collega e vicino di casa durante i miei soggiorni ferraresi.

Carl Wilhelm Macke