La Nuova Ferrara

L’intervento

Il Bosco della Mesola e il caso daini-cervi

Lucio Maccapani
Il Bosco della Mesola e il caso daini-cervi

21 febbraio 2023
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La consigliera regionale Giulia Gibertoni, ha presentato un’interrogazione riguardo l’introduzione di un nucleo di cervi provenienti dal bosco della Mesola, nella pineta di Classe. La consigliera riterrebbe che tale introduzione “potrebbe portare all’eradicazione del daino già presente in riserva”. Anche chi non è un esperto zoologico, come me, sa che nella competizione con il daino, il cervo è perdente; per cui la domanda se non è pleonastica, potrebbe essere soltanto provocatoria. Mi fa piacere, comunque, che una specie che fino ad un paio di decenni fa sembrava in via di estinzione, grazie all’intelligente opera del CFS, prima, e dei carabinieri Forestali, poi, sia stata salvata proprio nella foresta dalla quale trae la classificazione zoologica: cervo delle dune oppure cervo nobile della Mesola, per le sue peculiarità uniche, dovute all’adattamento all’ambiente nel quale è sopravvissuto per secoli.

Ricordo, comunque, che quando ero capogruppo in consiglio a Mesola, avevo proposto di mettere un gruppo di tali ungulati in uno dei tanti recinti nella foresta della Mesola, in corrispondenza dei percorsi di visita a piedi o in bicicletta, in modo da costituire un'attrazione per le famiglie con bimbi in visita alla foresta; mi fu risposto che non si voleva fare uno zoosafari.

Oggi leggo che, quello che non sarebbe consentito qui nel ferrarese, in provincia di Ravenna è visto in modo positivo e ciò mi fa piacere. Però gli amministratori locali dovrebbero avere un atteggiamento meno duale: e, soprattutto, chi è preposto alla conservazione dell’ambiente, sarebbe logico avesse a cuore anche lo stato vegetativo dell’impianto forestale, dal quale si prelevano tonnellate di biomassa per farne cippato e lasciare ampi spazi di foresta quasi desertificati. Questo, a mio modesto parere, non è rispetto per la natura; e ciò vale sia per la foresta demaniale della Mesola, come pure per tutte le aree boscate e pinetate del territorio regionale. La politica della Regione, ha gravi responsabilità in tutto ciò.

I miei ricordi di bambino, mi rimandano ad una foresta e a pinete ben tenute dall’allora proprietario, la SBTF, che si prendeva cura dei boschi di sua proprietà con lavori finalizzati ad una oculata gestione agroforestale, mentre oggi tali beni sono gestiti da funzionari di nomina politica, lontani e non organici.

Lucio Maccapani