La Nuova Ferrara

Sport

Calcio

Natali: «Spal, destino segnato. Ora serve un piano ordinato»

Natali: «Spal, destino segnato. Ora serve un piano ordinato»

Il direttore sulla stagione: «Salvo poco e adesso sarà dura»

05 giugno 2023
4 MINUTI DI LETTURA





Ferrara La capacità di poter osservare i fatti con il duplice punto di vista del tifoso che però il proprio mestiere dentro il calcio l’ha fatto per davvero, non è roba per tutti. Lo è per “il direttore” Maurizio Natali. Ferrarese doc, anch’egli arrabbiato e preoccupato per il susseguirsi di vicende in casa Spal.

«La retrocessione l’ho vissuta malissimo – dice – anche se in molti già nell’autunno scorso ricorderanno le mie segnalazioni riguardo la confusione o le nette mancanze all’interno della rosa, quindi diciamo che me l’aspettavo. Poi al termine dell’ultima sessione di calciomercato si era capito che la Spal avrebbe potuto vincere soltanto partite con squadre di modesto livello o in periodi particolari, per non dire allo sbando come il Benevento».

Natali, ma ora che succederà a suo avviso?

«Se Tacopina avrà la possibilità di cedere il club, a mio avviso sarebbe la cosa migliore dopo quello che è successo. Perché la rottura con la parte storica del tifo ferrarese, e lo dico da uno che è cresciuto in quella curva, in una città come la nostra è una cosa grave. Si tratta di una frattura davvero difficile da ricomporre. Salvo un ritorno immediato in serie B, almeno, che rimedierebbe ai tanti errori commessi. A oggi la sensazione è che la ripartenza in C si tradurrebbe in un campionato di transizione, basato su più di un giovane. Magari vedremo anche Saiani, visto che il suo nome gira da 3 anni ma non ha ancora giocato un minuto. La serie B sarebbe stata la categoria giusta per la Spal, anche in termini di bacino d’utenza. In C speriamo almeno di poter incontrare qualche rivale storica, visto che ci sono piazze suggestive con le quali si potrebbero generare almeno grandi partite».

Lei è sempre stato schietto, quindi le proponiamo 5 nomi per avere un giudizio. Partiamo da Tacopina.

«Il suo voto è ovviamente basso. Ho sentito parlare ancora di playoff quando la squadra gravitava nelle ultime posizioni. Queste costanti dichiarazioni non aiutano mai. I campionati o gli obiettivi si prendono con i fatti, non con le parole. Quando poi ci sono degli errori in corso d’opera vanno corretti, ma lo devono fare gli addetti ai lavori designati. Qui si sono viste operazioni poco spiegabili e anche il bis di Pepito Rossi non ha avuto nessun senso».

Lupo?

«Lo assolvo, e non solo perché è una gran brava persona. Probabilmente avrebbe voluto prendere Oddo sin dal primo giorno, poi ricordiamo che a gennaio avrebbe voluto Buchel. Tre giocatori che sono già diventati un patrimonio, non solo tecnico, della società come Prati, Arena e Rabbi lì ha presi. Forse nel mercato estivo ha assecondato troppo le richieste su ogni fronte di Venturato, anche dinnanzi a situazioni discutibili dal punto di vista fisico come Varnier che andavano valutate diversamente».

Venturato, appunto?

«Non vi è alcuna controprova, ma penso che se fosse rimasto tutto il campionato la Spal non sarebbe retrocessa. Non è uno stupido: si sarebbe reso conto che qualche suo fedelissimo non girava, e avrebbe chiesto cambiamenti. A inizio anno bene o male questa squadra proponeva un certo tipo di calcio, segnava, poi in fin dei conti ha sbagliato le partite con le big promosse direttamente in A».

Ed è arrivato De Rossi.

«Delusione totale, dal mio punto di vista. Ha sicuramente pagato lo scotto di essere un esordiente, quindi tra cambi di formazione, sistemi e altro la sua gestione non è stata sufficiente. Ha comunque un nome tale che gli permetterà di avere un’altra possibilità nel calcio, su questo ne sono sicuro».

Infine, Oddo.

«Un bravo mestierante. Ha capito sin da subito quel poco che avrebbe potuto dare questa squadra e non ha chiesto nulla di più a parte determinati principi di base che si sono anche visti. Avesse trovato una condizione ambientale migliore, si sarebbe espresso meglio».

Ah, dimenticavamo i giocatori. Qualche giudizio sparso qua e là?

«Salverei ovviamente i giovani come Prati e Contiliano, loro non sono mai mancati nelle prestazioni. Non mi sono dispiaciuti nemmeno Arena, Dickmann nonostante il calo del ritorno, Moncini, Valzania e Celia nonostante il suo sia un 6 col meno a seguire. Purtroppo abbiamo visto solo in parte le doti di Varnier. Nainggolan ha fatto quel che poteva fisico permettendo, perché se fosse stato al meglio avrebbe vinto da solo le partite. Per il resto bocciature certe per La Mantia, Zanellato e Tripaldelli. Da Rauti mi aspettavo tantissimo, perché l’avevo visto a Pescara, ma non è cresciuto davvero in nulla. E Fetfatzidis è stato un buco tremendo, ma la provenienza dal campionato del Qatar sarebbe dovuto essere un segnale da capire».l

© RIPRODUZIONE RISERVATA