Ferrara, Fabbri: «Rileviamo noi i dati del turismo»
Il sindaco: «I risultati che questa città ha ottenuto rischiano di essere vanificati mediaticamente dagli errori e dalle lacune di cui ha parlato anche l’assessore regionale. Ferrara merita più rispetto e considerazione»
Ferrara Continua il dibattito sui dati delle presenze turistiche che interessano la città di Ferrara. La risposta della Regione alle dichiarazioni del sindaco Alan Fabbri e dell’assessore al Turismo Matteo Fornasini – che rilevavano un trend positivo dei pernottamenti rispetto a cinque anni fa, a differenza di quanto emergeva dai dati di via Aldo Moro –, hanno suscitato una controreazione da parte del primo cittadino estense.
«Non sarei mai voluto tornare sull'argomento turismo, soprattutto in un momento in cui gli emiliano-romagnoli sono pronti per recarsi alle urne e scegliere il nuovo presidente. Ma sono costretto a farlo a seguito di alcuni titoli totalmente fuorvianti di una parte di stampa, che potrebbero far intendere dichiarazioni mendaci da parte mia e degli uffici tecnici, ripresi poi da esponenti del Partito Democratico locale. Questo a margine delle ultime dichiarazioni dell'assessore al Turismo della Regione Emilia-Romagna, Andrea Corsini, che ringrazio perché ammette pubblicamente almeno due grandi errori e lacune nella rilevazione dei dati turistici, che hanno penalizzato fino a qualche giorno fa la nostra città», dichiara Fabbri.
«Voglio farvi una promessa – continua il sindaco –, perché per troppo tempo il Partito Democratico ferrarese, espressione della forza politica che governa da sempre la Regione, ha giocato una vergognosa campagna denigratoria della città, senza alcun battito di ciglia, fino a oggi, da parte della struttura di via Aldo Moro. Alla luce di questi errori, Ferrara non può più rischiare di essere penalizzata e farà modo e maniera per dotarsi, nei prossimi anni, di un sistema di rilevazione dei dati turistici parallelo, più accurato e avanzato rispetto a quello della Regione Emilia-Romagna, che presenta evidenti lacune. È chiaro che si continuerà a lavorare insieme per il territorio, a prescindere da chi sarà il nuovo Presidente della Regione, ma nel 2024 non è più ammissibile un sistema vetusto, che si basa unicamente sull'invio di dati da parte delle strutture ricettive, in teoria obbligatorio ma che non comportando sanzioni non è da tutti preso in considerazione. A dimostrazione di ciò, ci sono le 89 strutture su 438 che non hanno trasmesso i dati. Mi dispiace solo che la Regione si sia resa conto della situazione solo ora, dopo le nostre tante richieste di chiarimenti, e non prima, quando una sua dipendente dell'ufficio turismo, già assegnata in passato a Ferrara e al contempo vicesegretaria del PD locale, oggi consigliere comunale del PD, descriveva in campagna elettorale uno scenario turistico in estrema sofferenza rispetto al passato, parlando di folle inesistenti create ad hoc dalla propaganda. Ritengo gravissimo che una figura con tale ruolo, inserita in un contesto così cruciale, non avesse già rilevato il problema e continuasse a diffondere dichiarazioni pubbliche che oggi si rivelano prive di ogni veridicità. E ancora più grave che continui a farlo oggi in Consiglio Comunale. Ritengo fondamentale che queste vicende siano affrontate con maggiore serietà e trasparenza da parte della Regione Emilia-Romagna, perché dietro di me ci sono operatori, tecnici e dipendenti che danno il massimo tutti i giorni per ottenere i risultati che questa città ha ottenuto e che merita, e che rischiano di essere vanificati mediaticamente dagli errori e dalle lacune di cui parla oggi l'assessore Corsini. Meglio tardi che mai, vero, ma credo che Ferrara meriti più considerazione e rispetto, anche se a governarla c'è una fazione politica opposta. I dati sono dati e sono inoppugnabili – conclude Fabbri –: Ferrara ha incassato economicamente di più rispetto al miglior periodo del governo di centrosinistra, e questo ce lo dicono i numeri della tassa di soggiorno, dimostrazione di una maggiore attrattività della città. Il resto è aria fritta».