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Il lutto

Ostellato, morto nello schianto contro un platano: chi era Antonio Piacentini

Ostellato, morto nello schianto contro un platano: chi era Antonio Piacentini

Il 77enne aveva perso la moglie lo scorso luglio. Ha dedicato la sua vita al lavoro e allo sport: aveva anche corso la maratona di New York

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Ostellato Tutti a Ostellato conoscono la famiglia Piacentini, della quale Antonio è uno dei sette componenti, cinque fratelli e due sorelle. «Una famiglia sfortunata - ci racconta un’amica di famiglia -, ma tutte persone conosciute e stimate a Ostellato». I fratelli, infatti, hanno tutti lavorato nell’edilizia, impresa familiare conosciutissima, «che ha costruito mezzo paese o forse più», aggiunge un conoscente del 77enne, poco dopo essere stato informato della notizia del decesso. Antonio Piacentini è morto ieri, 13 febbraio: l’auto su cui viaggiava si è schiantata contro un platano e per lui non c’è stato nulla da fare. Quando si parla di famiglia sfortunata il collegamento è proprio alle tragedie sulla strada, come quella avvenuta nel primo pomeriggio di ieri. Infatti, il 77enne ostellatese ha perso un nipote in un incidente stradale e un altro nipote ha riportato terribili conseguenze sempre per colpa di un incidente in automobile. A questo va aggiunto che lo scorso luglio Piacentini aveva perso la moglie Paola Artosi, salutata per l’ultima volta il 19 luglio nella chiesa parrocchiale di Ostellato, dove verrà dato l’addio anche al 77enne, che lascia l’amata figlia Susanna, con la quale viveva in paese.

Ieri la notizia si è sparsa velocemente in paese e sui social sono apparsi i primi messaggi di cordoglio. Piacentini, oltre che per l’attività professionale, era molto conosciuto anche per le passioni, prima di tutto quella per lo sport. Era infatti un maratoneta, ha avuto il privilegio (e il merito) di correre in passato la Maratona di New York nella categoria “Veterani”, impresa non da poco soprattutto se realizzata in età avanzata. Altra passione era quella per la motocicletta, come si può vedere anche dalle poche fotografie postate sulla propria pagina Facebook. Insomma, amava la velocità, a piedi e su due ruote, anche se la tragedia di ieri non dovrebbe essere imputabile a una eccessiva velocità alla guida.