Ancora tensioni nel carcere di Ferrara
Urla e danni da parte di due detenuti, Sinappe: «Situazione di stress e malessere quotidiano»
Ferrara Ancora momenti di tensione nel carcere di Ferrara. La segreteria provinciale del Sinappe (Sindacato nazionale autonomo polizia penitenziaria) torna ad accendere i riflettori sulla situazione dell’Arginone. Secondo quanto riportato, nella notte tra sabato 29 e domenica 30 marzo, due detenuti di origine magrebina, probabilmente alterati da un mix di farmaci e sostanze autoprodotte, hanno inscenato una rumorosa protesta all'interno della propria camera di pernotto. Nonostante l'intervento del medico di turno in ausilio, uno dei due avrebbe continuato a distruggere oggetti e sarebbe riuscito a smontare anche parte del blindo di chiusura della cella. Non ancora soddisfatto, avrebbe principiato ad incendiare indumenti e lenzuola con il fornellino da campeggio in dotazione, causando anche nubi di fumo all'interno del corridoio. Alla base della protesta ci sarebbero le pretestuose richieste di poter uscire dalla cella durante la notte e di poter effettuare una telefonata notturna.
Le operazioni di messa in sicurezza del reparto e necessarie, altresì, per riportare i detenuti alla ragione sono state complesse e si sono protratte per diverse ore, anche a causa dei pochi poliziotti presenti. Solo grazie alla professionalità del personale in servizio sono stati evitati danni a persone. Questo è solo l'ultimo di una serie di eventi di difficoltà elevata che si registrano ultimamente all'interno della Casa Circondariale di Ferrara e che producono quotidianamente stress e malessere negli operatori, soprattutto a causa di una evidente sproporzione tra ristretti presenti e poliziotti penitenziari effettivi. In mancanza di rapidi correttivi, il Sinappe si dichiara pronto ad intraprendere qualsiasi iniziativa a tutela della salute fisica e mentale della polizia penitenziaria.