Omicidio Coatti. Mamma Sandra: “Alessandro mi manchi da morire”
Tutto lo strazio per la morte del figlio e intanto in Colombia proseguono le indagini. Si segue la pista dello scambio di persona ma manca il movente
Logastrino «Alessandro, mi manchi da morire. Mi manca l’aria per respirare. Mi manchi, mi manchi tantissimo». Sandra Lovato, la mamma di Alessandro Coatti, il biologo italiano 38enne ucciso e fatto a pezzi in Colombia, ha deciso di affidare il suo dolore ai social. La donna ha ricordato il figlio in alcune storie Instagram, pubblicando foto del figlio sorridente scattate durante il viaggio in Sudamerica. “Ciao, amore mio, ti aspetto a casa. Mamma e papà”, ha scritto in un’altra storia, la prima pubblicata dopo aver appreso della drammatica fine del figlio che ha sconvolto familiari e amici. «Non sappiamo quando ce lo ridaranno indietro – ha spiegato lo zio Giovanni -, ci vorrà del tempo. Chissà quanto. E questo è un dolore che si aggiunge al dolore perché il non sapere, il non poter capire logora e distrugge».
Le indagini
Intanto la Procura di Roma si muove per fare luce sull’omicidio del il biologo molecolare ucciso forse il 5 aprile in Colombia, dove si trovava da tre giorni per una vacanza. I primi passi sono una richiesta di rogatoria internazionale per avviare la collaborazione investigativa con i magistrati colombiani, e poi l’invio nella città caraibica di un team d’indagine, dei carabinieri del Ros o dei poliziotti dello Sco, a seconda della delega che sarà affidata, per svolgere accertamenti al fianco dei colleghi di Santa Marta. Si fa strada l’ipotesi di un tragico scambio di persona, ma le piste sono tante anche perché la morte del biologo, soprattutto per come è avvenuta, sembra davvero assurda.
Quindi le piste seguite, oltre a quella di un’aggressione selvaggia da parte della malavita comune o di un incontro con qualcuno che forse Coatti non considerava un pericolo, c'è anche quella di uno scambio di persona nell’ambito di un regolamento di conti fra i clan della droga, famosi appunto per i loro metodi spietati. Corpi o pezzi di cadavere infilati in sacchi di caffè lasciati in luoghi prestabiliti sarebbero segnali già comparsi in passato.
Quello che manca in questo mistero dell’orrore è infatti il movente. Gli investigatori colombiani sperano di trovare qualche indizio nel computer di Alessandro che è stato trovato in albergo (del suo cellulare invece nessuna traccia), mentre qualche indicazione utile potrebbe arrivare anche dai pc dei genitori e di due amici londinesi ai quali era applicata la geolocalizzazione, con la quale Gabriele Coatti e Sandra Lovati seguivano le tracce di quel figlio che da tre mesi girava per il Sudamerica con l’intenzione di stabilirsi lì.
Alcuni testimoni, riporta Repubblica, che hanno risposto all’invito del sindaco a fornire informazioni in cambio di una taglia da 10mila euro, avrebbero fatto riferimento a una persona misteriosa con la quale Coatti sarebbe stato in contatto e a cui avrebbe promesso di portarla a Londra. Una persona che, però, avrebbe avuto una relazione con il capo di una banda criminale. Ma questa è una pista tutta da verificare.
Ma anche, attraverso il messaggio dei resti smembrati dello studioso, trovati nelle successive 48 ore in tre punti diversi dell’area metropolitana, lo stadio, sotto un ponte e vicino al mercato, nascosti in un trolley, in quello che appare un macabro rituale, non si esclude un messaggio dei cartelli della droga per ribadire il predominio territoriale su Santa Marta, crocevia del traffico di stupefacenti, sebbene al momento non siano emersi collegamenti fra il delitto e gli ambienti della criminalità organizzata.