Tiene in garage la madre morta per incassare la pensione. Il decesso constatato a gennaio dal 118 e poi nessuna comunicazione
Lo stratagemma del figlio dettato da difficoltà economiche. I carabinieri di Bondeno hanno coltivato alcune informazioni carpite in città e si sono recati nella casa di Scortichino per un controllo. Poi la macabra scoperta
Bondeno Le ipotesi di reato esplorate dalla Procura e dai Carabinieri sono, al momento, due: l’occultamento di cadavere e la truffa ai danni dello Stato. Ma nella tristissima vicenda della signora Lidia Ardizzoni, 90 anni, il cui corpo senza vita è stato nascosto per cinque mesi dal figlio al fine di poter continuare a ritirare e a usufruire della pensione della madre, ci sono anche altri elementi da approfondire.
Il primo e più eclatante tra questi, anche se collaterale, è il fatto che, a quanto risulta, il decesso della signora non è stato nascosto fin da subito, ma era stato invece ufficialmente constatato il 4 gennaio scorso dal 118, intervenuto nell’abitazione. Solo che nessuno ha comunicato nulla alle istituzioni preposte. Né il medico – in questi casi solitamente vengono avvertite le forze dell’ordine (anche se non vi è un obbligo di legge nel farlo, a meno che non ci siano sospetti, ndr) –, né ovviamente il figlio della signora Ardizzoni. Il quale, in questo modo, ha avuto la possibilità di agire indisturbato per mesi, almeno fino ad aprile, e incassare la pensione della madre senza destare sospetti. Questo è anche il motivo per cui l’indagine non è per omicidio, essendo pressoché certo che la donna sia deceduta per cause naturali. In ogni caso, la pm Sveva Insalata farà eseguire un’autopsia, utile a fugare ogni dubbio residuo su questo aspetto.
Il sotterfugio, però, non poteva durare troppo a lungo. E qui si inserisce il lavoro dei carabinieri di Bondeno che, coltivando informazioni e voci raccolte in città circa il fatto che della signora non si sapesse più nulla, hanno deciso che fosse il caso di effettuare un controllo. Ed è così che si arriva a lunedì pomeriggio, quando i militari si sono recati nell’abitazione di via Provinciale e lì hanno ritrovato quel che rimaneva della signora. Il corpo, avvolto nel cellophane e in avanzatissimo stato di decomposizione, era stato “sepolto” nel garage della casa di via Provinciale, a Scortichino, adagiato su un divano con sopra una brandina e mucchi di coperte e cuscini. Un ritrovamento drammatico che ha creato non poche difficoltà per i carabinieri, anche per via dei miasmi.
Il figlio della signora, un uomo di 54 anni rappresentante di prodotti da bar, ha dato subito una spiegazione di quel che era accaduto, addossandosi ogni responsabilità (ma insieme a lui rimane indagata anche la sua compagna di 53 anni). Una spiegazione che ha a che fare con un forte disagio economico e con la dipendenza dai soldi della pensione materna. Rimangono vari passaggi da ricostruire, ad esempio come sia maturata l’idea e se l’uomo abbia davvero fatto tutto da solo o sia stato aiutato e come abbia giustificato con parenti e amici – ma anche con la compagna e co-indagata, se davvero non coinvolta – l’assenza improvvisa di sua madre. A questo servirà l’indagine e magari saranno gli stessi indagati, entrambi difesi dall’avvocato Denis Lovison, a raccontare agli inquirenti, questa volta per le vie formali e con tutte le garanzie del caso, la storia di quel che è avvenuto tra il 4 gennaio e il 5 maggio.