Maschere e tute numerate. Ferrara elettrizzata dalla forza degli Slipknot
Piazza Ariostea si riempie per l’unica data italiana della band. Non mancano i successoni come “Psychosocial”, “Wait and Bleed” e “Duality” con i 18mila fan che vibrano sulle note metal
Ferrara Il temporale di ieri ha lasciato Ferrara facendo sì che il cielo si aprisse e lasciasse spazio al sole. È così che la città estense ha accolto il pubblico degli Slipknot accorso in città per l’inizio del Ferrara Summer Festival. Centinaia i fan in fila già dalle 9 di mattina per assistere al primo main event della nuova edizione della rassegna estiva. Poco dopo le 16 i cancelli previsti dai due ingressi su corso Porta Mare e su via Palestro, sono stati aperti dagli operatori della Securfox, e i fan in coda – ormai diventati migliaia – hanno iniziato la classica “corsa alla transenna”. Gli ingressi sono stati divisi al momento dei controlli tra gold circle e posto unico. Il prato di piazza Ariostea era ancora umido a causa delle forti piogge dei due giorni precedenti, ma questo particolare non ha scoraggiato la numerosa folla accorsa per seguire il concerto, accaparrandosi un posto nelle prime file e sdraiandosi su un telo in attesa dell’inizio.
Alle 18.15 è ufficialmente iniziato l’evento con la prima band d’apertura: i Soft Play. Il gruppo britannico ha iniziato a scaldare la piazza con il rock che li contraddistingue, seguito a ruota dal metalcore degli statunitensi Motionless In White, seconda band in scaletta. Un pubblico eterogeneo quello che ha riempito la piazza, dai più giovani, alcuni nati anche dopo la genesi degli Slipknot, ai fan che seguono il gruppo sin dagli esordi. Alle 21.30 le luci dell’imponente palco di piazza Ariostea si sono accese per dare il via al primo main concert di questa edizione: l’unica data italiana degli Slipknot. Sulle note di “(sic)”, brano tratto dal primo disco della band metal, le casse hanno fatto vibrare i 18mila cuori presenti a ritmo della batteria di Eloy Casagrande e delle chitarre di Mick Thomson e Jim Root, prima dell’attacco dell’inconfondibile e graffiante voce di Corey Taylor. Il concerto è poi continuato portando in scaletta i maggiori successi della band, come “Psychosocial”, “Wait and Bleed” e “Duality”, brani che hanno portato il gruppo a conquistare il successo e le classifiche mondiali consacrandoli nell’Olimpo dei “grandi del genere”. Immancabili le maschere, diverse per l’uscita di ogni nuovo album, che insieme alle tute numerate sono diventate il simbolo identitario del gruppo.