La Nuova Ferrara

Ferrara Erick aveva una famiglia, una casa e un lavoro. Poi la vita gli ha voltato le spalle e si è trovato in strada. «Ho pensato che la droga potesse risolvere ogni cosa. O meglio, che potesse farmi sentire meglio. Ma è una sensazione di benessere che dura pochi minuti, poi crolli ed è tutto peggio di prima. Così ricominci - racconta -. Non vado fiero di quello che ho fatto. Ma sono felice di quello che sono diventato». Nel suo difficile cammino, Erick incontra i volontari di strada «e soprattutto Domenico Bedin. Il mio miracolo. Tutti loro mi convincono che posso farcela e decido così almeno di provarci. Domenico mi ha aperto le porte, mi ha aiutato, mi ha dato tutto quello che in quel momento poteva servirmi. E da mesi non mi drogo più, sono pulito e rinato». Erick, che è di Firenze, ben conosce la vita in strada. «Sono stato un barbone anche io. Dormivo sui cartoni, non avevo più nulla. Ero uno degli ultimi e adesso mi sono messo completamente a loro disposizione». Lui sa parlare, sa trattare, trova le chiavi giuste per entrare in vite blindate. «Io ho sbagliato, certo. Ma qui ci sono ragazze e ragazzi bravissimi, con una condotta impeccabile. Fuggono dalla povertà, dalla miserie, vogliono dare ai loro figli quello che non hanno loro. Ecco perché è giusto aiutarli a trovare un alloggio, anche solo una stanza». «Tante volte ho sentito dire che essere un senzatetto è una scelta - le parole di Erick -. Non esattamente. Quando si imboccano certe strade è perché la solitudine, il dolore, i problemi mentali hanno il sopravvento. C’è chi ha una famiglia, degli amici, dei supporti e chi no. Il punto è che tornare indietro è difficile. Anche tra molti di coloro che affermano di essere divenuti “barboni” per libera scelta, se si analizza bene la loro storia personale, si scopre che vi è stato un qualche evento traumatico, qualcosa che ha cambiato tutto in un attimo». 
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