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Lo scandalo

Foto rubate a donne sui social e scambiate sulla chat di un sito porno

Ernesto Bossù
Foto rubate a donne sui social e scambiate sulla chat di un sito porno

Le immagini vengono schedate, corredate da commenti osceni, misogini e volgari

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Centinaia e centinaia di sezioni e topic, alcune delle quali divise per regioni e città, migliaia di foto condivise senza autorizzazioni, milioni di visualizzazioni, chissà quanti iscritti: a meno di una settimana dall’esplosione del caso “Mia Moglie” - il gruppo Facebook con oltre 30mila iscritti chiuso dopo che era emerso come al suo interno venissero condivise immagini intime di donne a loro insaputa - spunta un nuovo, inquietante spazio di condivisione illegale: si tratta di phica.eu, sito web che contiene, tra le altre cose, una miriade di immagini non legali.

Ieri il caso è scoppiato con la denuncia di una influencer e piano piano centinaia di ragazze hanno scoperto di essere finite catalogate in questa bacheca a loro insaputa: foto normalissime ma rubate dai loro profili social, per schedarle, città per città, ed esporle a commenti a dir poco volgari. Non si tratta più di un gruppo più o meno chiuso su un social network come “Mia Moglie”, ma di una piattaforma dedicata, accessibile liberamente tramite internet a patto, però, che ci si registri; pagando, pare si possa entrare anche in un canale Telegram riservato.

In ogni caso, le modalità cambiano, la logica resta la stessa: diffondere e scambiare fotografie femminili senza il consenso delle dirette interessate. E così, scorrendo tra le pagine del portale, nel quale pare manchi un moderatore, ci si trova di fronte a un archivio caotico, ma vastissimo: tra le altre, fotografie di donne comuni, estrapolate da contesti privati o social personali, accanto a contenuti provenienti da piattaforme a pagamento come OnlyFans. Qui compaiono le cosiddette onlyfanser, ragazze che hanno scelto di condividere immagini e video intimi con abbonati paganti. Ma il materiale, sottratto e duplicato, viene reso pubblico senza alcuna autorizzazione.

Non mancano poi le foto attribuite a mogli o compagne, talvolta descritte come “rubate”: scatti domestici presumibilmente immortalati a loro insaputa e successivamente caricati sulla piattaforma in altrettanta segretezza. In alcuni casi si tratta di vere e proprie immagini spia, anche se, a onor del vero, pare che quella sezione del sito, chiamata “Spy foto e video”, sia stata cancellata, quantunque taluni chiedano - senza risposta - spiegazione di questa scelta.

Non mancano, come detto, i riferimenti “locali”. Ci sono topic dedicati all’Emilia-Romagna, eterogenei tra loro: in alcuni ci si organizza per ritrovarsi e scambiare effusioni in compagnia, mentre altri sono contenitori di immagini prese dai social di svariate ragazze emiliano-romagnole, spesso su richiesta dei frequentatori del forum. Non solo. Nel 2017, quando scoppiò il caso dell’archivio Dropbox contenente foto intime di ragazze modenesi di 18 e 19 anni, su phica.eu fu creata una sezione con lo specifico intento di ritrovarle e condividerle; pare che l’obiettivo non sia stato raggiunto, con tanto di frustrazione dei partecipanti.

Nel topic di Reggio Emilia, invece, si cercano foto piccanti di ragazze normali, non influencer o celebrità: donne la cui unica colpa è quella di aver scatenato desideri perversi di persone prive di controllo e decenza. Anche per Ferrara esiste uno spazio di scambi e incontri, come pure una sezione dedicata alle ragazze della zona: c’è chi pubblica nome, cognome ed età della donna di cui vuole ricevere foto, e chi invece ne condivide altre. Il filo rosso che lega le tre province, però, è lo stesso che unisce tutto il forum: commenti osceni, misogini e volgari. Tutto questo sembra quasi un déjà vu. Il collegamento con “Mia Moglie", il gruppo Facebook chiuso nei giorni scorsi, è inevitabile. In quel caso, gli iscritti condividevano materiale intimo presentandolo come appartenente alle proprie partner. Una pratica illegale, che rientra nella sfera del Revenge Porn, punito dal Codice Penale, che ha portato alla chiusura immediata della community dopo le segnalazioni e le prime indagini. Phica.eu replica lo stesso meccanismo su scala più ampia. Non più limitato a una piattaforma social, ma con una struttura autonoma, meno esposta a controlli e chiusure rapide. Una sorta di archivio parallelo, organizzato per categorie e album, che rende la rimozione dei contenuti inevitabilmente più complicata. Il sito è finito al centro dell’attenzione nelle ultime ore, dopo che diverse segnalazioni hanno iniziato a circolare online a seguito della condivisione di una petizione avviata nel 2023 e ad oggi sottoscritta da poco meno di 80mila persone.

Alcune delle donne coinvolte hanno denunciato la presenza delle proprie immagini senza autorizzazione: influencer le cui foto sono state esposte sul sito e sottoposte ad ogni tipo di commento. E proprio verso di loro si è scatenata l’irruenza di alcuni commentatori sul forum, che nello spazio dedicato alle comunicazioni di servizio dicono: «Fanno le paladine (riferendosi alle influencer che hanno denunciato tutto questo) del perbenismo, le santarelline e poi nel privato fanno le peggio cose».

Qualcun altro comprende invece i tratti macabri del forum - «leggere certi epiteti è fastidioso, danno fastidio anche a me, figuriamoci se qualcuna si vede tirata in ballo personalmente e coperta di insulti immotivati da vecchi semi-analfabeti» -, mentre alcuni chiedono se si rischia qualcosa. E poi calcoli “strategici”: «Qua quasi tutti i thread sono a questo livello (di illegalità)... vanno sistemate le cose», scrive un utente. Che significa ripulire tutto. Sempre se, però, le autorità giudiziarie non sono già all’opera, come pare. 

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