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Il caso

Bollette non versate dall’amministratore. A Ferrara un altro condominio a secco d’acqua

Alessandra Mura
Bollette non versate dall’amministratore. A Ferrara un altro condominio a secco d’acqua

Proteste dei residenti di via Pontida dopo quelle di via Caretti: «Hera può limitare il servizio ma non interrompere la fornitura di un bene considerato primario». La risposta della multiutility

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Ferrara Un gesto quotidiano, che tutti diamo per scontato. Si alza la levetta dell’erogatore e dal rubinetto scende l’acqua. Così non è stato, lunedì scorso, per i condomini di una palazzina di via Pontida, tutti colpiti - che fossero puntuali o meno solerti nel pagamento della bolletta - dalle conseguenze della morosità: «Dai nostri rubinetti all’improvviso non è più uscita una goccia». Tutto è dipeso dal ritardo con cui l’amministratore, unico interlocutore di Hera, ha saldato il conto con la società, e il servizio - una volta effettuato il pagamento - è stato ripristinato mercoledì mattina 22 ottobre.

Ma il caso, tutt’altro che isolato come ha raccontato la Nuova nei giorni scorsi a proposito di un condominio di via Caretti, rimane di interesse pubblico sia per i disagi a cui sono esposti i cittadini, sia per chiarire il perimetro in cui può agire una multiutility come Hera.

I primi, i disagi, sono messi nero su bianco da una segnalazione arrivata in redazione sulla scia del caso di via Caretti. Anche in via Pontida «è successa la stessa cosa, ma quello che non è stato sottolineato è che Hera può limitare il servizio ma non interrompere la fornitura di un bene considerato primario», è la protesta, valutando anche di presentare un esposto o una denuncia.

Nel palazzo, viene sottolineato, abitano otto famiglie e «ci sono quattro bambini e due neonati. Come si fa a non potergli dare da bere o fare da mangiare? Certo la morosità c’era perché alcuni non pagano le rate, probabilmente anche l’amministratore ha i suoi ritardi, tuttavia il servizio non può essere bloccato e dai nostri rubinetti all’improvviso non è più uscita una goccia», conclude auspicando che «in futuro Hera metta degli avvisi sulla porta in anticipo, così anche i condomini possono sollecitare gli amministratori a svolgere il loro dovere».

Interpellato, il Gruppo Hera spiega che «la chiusura del contatore si è resa necessaria, come da prassi, a causa della morosità del condominio. Malgrado i solleciti inviati all’amministratore, unico interlocutore possibile poiché delegato dai condòmini, al 20 ottobre, giorno dell’interruzione del servizio, l’importo non era infatti ancora stato saldato. L’erogazione dell’acqua è stata ripristinata il 22 ottobre, dopo il pagamento della fattura, nel pieno rispetto delle tempistiche previste».

Rapportandosi con il solo amministratore del condominio e non con i singoli utenti, la società è impossibilitata a conoscere la composizione dei nuclei familiari, e quindi sulla eventuale presenza di bambini o persone in difficoltà, mentre sono considerate utenze fragili realtà come asili, scuole, ospedali e residenze per anziani.

Anche la comunicazione ai condomini sulla situazione di morosità presenta degli ostacoli, perché a norma di legge (per Hera come per ogni altra multiutility) esporre un avviso di quel genere potrebbe rappresentare una violazione della privacy.

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