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Caso macachi a Ferrara, indagini chiuse: le accuse alla rettrice e altri due prof Unife

Redazione web
Caso macachi a Ferrara, indagini chiuse: le accuse alla rettrice e altri due prof Unife

Nell’atto della Procura si parla di maltrattamenti e c’è un focus dedicato alla morte dell’animale Orazio

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Ferrara È stata notificata alle parti offese, in qualità di associazioni denuncianti - tra cui Leal, Leidaa e Oipa - la chiusura delle indagini della Procura di Ferrara per il caso dei macachi detenuti dall’Università. Ne ha dato conto la Leal attraverso una nota stampa. Nelle settimane passate la procura generale si era opposta al sequestro.

Da quanto si apprende risultano indagati a vario titolo il professor Luciano Fadiga, ordinario di Fisiologia umana, la rettrice Laura Ramacciotti, e il responsabile del benessere animale Ludovico Scenna, che ora rischiano il processo.

Un passaggio particolare è dedicato alla morte del macaco Orazio, deceduto “senza necessità e/o con crudeltà”. Ancora, viene contestato il delitto di maltrattamento dei macachi Clarabella, Archimede, Eddi, Cleopatra e Cesare, secondo l’accusa, “in assenza di qualsivoglia esecuzione di un programma di sperimentazione scientifica previamente autorizzata” e “in condizioni incompatibili con la loro natura”.

«Gli animali – annota la Leal – sarebbero stati sottoposti “a comportamenti e o a fatiche insopportabili per le loro caratteristiche etologiche, in particolare, costringendoli a dormire e a deambulare su un generico graticcio di metallo, in uno spazio inidoneo alla semplice deambulazione, in gabbie con ambiente insufficientemente arricchito, senza periodici controlli sanitari e sorveglianza microbiologica, in relativo isolamento, e comunque detenendoli in modo da provocarne stress».

Le associazioni seguiranno l’iter procedurale per poter intervenire come parte civile e supportare la pubblica accusa al fine «di ottenere giustizia per i macachi che, allo stato attuale, per quanto noto, sono ospitati presso un’associazione in Spagna ma per i quali, nonostante molteplici richieste di aggiornamento, non si è avuto alcun riscontro».