La Nuova Ferrara

Il caso

Mobbing e ispezioni, l’inchiesta al centro Pma è nata dalla denuncia di una dottoressa

Daniele Oppo
Mobbing e ispezioni, l’inchiesta al centro Pma è nata dalla denuncia di una dottoressa

Le anomalie al Delta di Lagosanto evidenziate sia nel corso di un’ispezione interna che da controlli del Centro nazionale trapianti. Intanto Zappaterra e Calvano preparano un question time in Regione

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Lagosanto Una denuncia, un’ispezione interna e i controlli del Centro nazionale trapianti. Sono le tre basi dalle quali è partita l’indagine della Procura di Ferrara sulle condotte tenute al centro di procreazione medicalmente assista dell’Ospedale del Delta di Lagosanto, la cui attività è stata sospesa venerdì dall’Ausl di Ferrara.

È da lì, in particolare, che emergerebbero le anomalie sui mancati controlli della fecondazione degli ovociti nella prima giornata dopo il loro prelievo (il cosiddetto pick-up) e i conseguenti reati di omissione di atti d’ufficio e successivo falso nella formazione delle cartelle cliniche delle pazienti (dove i controlli doverosi invece risultavano effettuati), con l’aggravante che tali falsità sarebbero servite a coprire il primo reato. Tali condotte, che riguardano tutte e sei le persone indagate, dal direttore dell’unità operativa, ai due direttori del laboratorio che si sono succeduti nel corso dell’ultimo anno, fino alla responsabile della qualità e due biologhe, sarebbero emerse sia da una denuncia presentata a giugno da una dottoressa e che faceva cenno agli esiti di un’ispezione interna, sia dalle dichiarazioni rese alla Guardia di finanza dal personale del Centro nazionale trapianti, intento negli ultimi mesi a effettuare dei controlli. Da qui, a cascata, sono emerse altre condotte che, se provate, sarebbero gravissime: la falsa attestazione di due impianti embrionali in altrettante pazienti che non sarebbero invece mai stati effettuati e l’induzione con l’inganno all’aborto per una paziente alla quale sarebbe stato impianto un embrione destinato a un’altra donna.

I fatti oggetto dell’indagine sono avvenuti tra il 2023 e i mesi scorsi e sono in parte intrecciati con un altro scandalo che aveva colpito il centro, relativo a pratiche di mobbing nei confronti di una dottoressa e che avevano portato l’Ausl ad adottare il provvedimento disciplinare della sospensione dal lavoro sia per il direttore del centro che per l’allora responsabile del laboratorio, e un deciso fuggi-fuggi del personale, con molti dipendenti che avevano chiesto il trasferimento. Vicenda che ad aprile era stata oggetto di un’interrogazione della consigliera del Pd, Marcella Zappaterra, all’assessore regionale alla Sanità. Oggi la stessa Zappaterra annuncia la presentazione di un question time insieme al collega Paolo Calvano: «Per noi le priorità sono la sicurezza dei pazienti e la ripresa dell’attività del Centro una volta terminati gli accertamenti dell’autorità giudiziaria». 

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