Spal, cronaca di un venerdì tremendo tra contestazioni e faccia a faccia
La delusione degli ultras, le torce in campo, gli applausi di tutto lo stadio e il confronto con la squadra, guidata da Antenucci, mister Dossena e il diesse Casella
Ferrara Il popolo spallino era rimasto silente tutta la settimana post Campobasso. Nessuna contestazione pubblica, qualche messaggio privato, alcuni sfoghi social, ma nulla di eclatante. Era andato in scena il più grande smacco tra innamorati: indifferenza.
Eppure quella delusione covava dentro, si autoalimentava man mano che la sfida con il Pescara si avvicinava. Rabbia e delusione da amante tradito esplose poi in un venerdì tremendo.
Il primo indizio è il volantino firmato Curva Ovest che viene postato sui canali social del gruppo. In sè racchiude poi il sunto degli striscioni esposti prima e durante la partita. Striscioni di aperta contestazione, che attraverso i numeri certificano il fallimento sportivo di un club.
Ma non basta, la voglia di dare un segnale cresce e viene preparata dal direttivo: le torce lanciate in campo non sono iniziativa estemporanea, ma illuminano il prato del Mazza quasi a voler dire: "oh, ora guardateci bene, siamo questi qui, siamo noi la Spal”. Per la prima volta dopo tanto tempo il resto dello stadio sembra condividere, i fischi rivolti alla curva nel recente passato per ogni coro contro Tacopina stavolta non si sentono. Il popolo ferrarese si sente tradito e ritrova unità d’intenti.
La Ovest fa il suo, offre un contributo canoro di alto livello; si cerca, attraverso il canto, di cacciar fuori la rabbia, di giocare una partita insieme agli undici in campo, poi la situazione precipita.
Al gol di Brosco altre torce, altri cori e la Ovest si svuota. La parte centrale rimane vuota, si vede il 12 dei seggiolini rimasti soli. Gli ultras sono tutti là fuori, urlano e inveiscono, pretendono il confronto, civile ma duro come sa essere Ferrara. La squadra sfila in tribuna e davanti ai tifosi arrivano tutti: la faccia come sempre ce la mette capitan Antenucci, l’unico parafulmine che gode di credibilità. Casella e Dossena sono al suo fianco, anche a loro non si può negare di essere leader nei rispettivi ruoli mentre il dg Carra - ponte tra Ferrara e gli USA - rimane nelle retrovie. Parole dure, sberleffi e offese. La notte corre via, la frattura si riapre, solo i risultati e le risposte in campo potranno lenire una ferita che nessun bravo chirurgo potrà ricucire perché il male è troppo vasto. Il tradimento in amore difficilmente si perdona.