Spal, a Pescara un punto che dà fiducia e gran gol di D’Orazio
L’esterno fa centro da punizione, poi sfiora il bis e si vede annullare un’altra rete. Primo punto della gestione Baldini
Pescara La Spal interrompe la striscia di 5 ko filati, pareggiando in rimonta all’“Adriatico” di Pescara in una gara rimasta aperta a ogni scenario fino al triplice fischio.
Baldini riparte col più recente 3-4-3, ma tra gli interpreti del terzetto difensivo spuntano un paio di sorprese: i titolari sono Fiordaliso, Nador e Bruscagin. I convenevoli di rito si svolgono sotto le note vintage con “Gente di Mare” e fino al quarto d’ora il tifo locale indirizza una pesante contestazione nei confronti del presidente Sebastiani. Nel settore ospiti ci sono anche i colori della Ovest di Ferrara. La prima fase del match è un classico studio reciproco tra le due compagini e non succede nulla di rilevante. Dagasso ci prova con una punizione mancina che un brividino lo porta. Gli estensi, poco dopo, vanno vicinissimi al vantaggio ma Zammarini si divora il tap-in vincente sulla rivedibile respinta di Plizzari (buona palla insidiosa messa in area da Parigini). Bruscagin respinge di testa il cross di Cangiano, che poco dopo ci prova su docile punizione. Squadre lunghe e possibilità di contropiedi da una parte all’altra. Prima della mezzora il Pescara è più reattivo e viene premiato col vantaggio: lo firma Bentivegna con una rasoiata in diagonale dentro l’area, a Spal completamente ferma e distratta da un precedente contatto con protagonista Fiordaliso che l’arbitro ha deciso di non punire né con un fallo da rigore e nemmeno con la simulazione dell’attaccante pescarese. Direzione di gara assai britannica anche nella parte finale della prima frazione. Dopo lo svantaggio la Spal si mostra sfiduciata e confusa sul da farsi. Si giunge al duplice fischio accompagnati da un costante possesso palla abruzzese e con l’ultima occasione aerea di Tonin. L’unica buona notizia è che lo svantaggio è solo di un gol: il match resta aperto, ma bisogna cambiare più di una marcia.
Dalla panchina entrano Rao e D’Orazio. Si passa al 4-4-2, ma soprattutto l’esterno numero 33 rimette in parità il risultato con una punizione magistrale dai 17 metri che si deposita a fil di palo e scatena l’abbraccio collettivo della panchina ospite. Poco dopo il remake della punizione precedente viene vinto da Plizzari. D’Orazio si dispera per la paratona del portiere locale, ma anche per l’annullamento di un suo successivo bolide, direttamente da corner, che aveva gonfiato la rete: fischiato un fallo in attacco per blocco di Calapai. Il Pescara è in confusione, dagli spalti piovono fischi e ci sarebbe tutto per vincere. Anche se su un buco aereo di Galeotti la Spal passa un grosso spavento, ma Alberti viene ben contenuto e la palla gli rimbalza addosso. Tanti cambi da ambo le parti e carte mischiate di continuo. Rao avrebbe il match ball all’80', ma getta alle ortiche l’assist di Zammarini e si divora un rigore in movimento. Galeotti inchioda i due colpi di testa di Brosco e la “ics” è servita.
(foto Spal)