Mafia a Ferrara, il Comune in tribunale
Il 20 settembre, a Bologna, i 17 condannati nel processo sulla criminalità nigeriana cercheranno di ribaltare la sentenza di condanna, mentre il municipio rimane parte civile
Ferrara Diciassette condannati per 230 anni di pena. E’ il bilancio della sentenza del tribunale di Ferrara per il processo sulla mafia nigeriana. Ora si va in appello e il 20 settembre, a Bologna, i condannati cercheranno di ribaltare la scelta dei giudici di primo grado. In quell’occasione, sul banco delle vittime, ci sarà anche il Comune che si costituirà parte civile.
«Attraverso la costituzione di parte civile del Comune, abbiamo inteso e intendiamo continuare a tutelare gli interessi collettivi – dice il sindaco Alan Fabbri – Continueremo a rappresentare in giudizio tutti quei ferraresi abbandonati per anni in una situazione ripetuta e gravissima. A nome di tutta la comunità, chiediamo giustizia per quanto è accaduto a Ferrara in anni e anni di violenze, spietatezza, sangue e droga».
Nel primo grado di giudizio, dove il Comune si era già costituito come parte civile, il tribunale di Ferrara ha sentenziato come il clan nigeriano Arobaga/Vikings di Ferrara fosse un sodalizio criminale di tipo mafioso. Ha condannato infatti 17 membri della mafia nigeriana, per un totale complessivo di 230 anni e 5 mesi di reclusione.
Oltre alla pena della reclusione, erano stati condannati in solido, in via provvisionale (in attesa della definizione dei danni in separata sede civile) al risarcimento pari a 100.000 euro per i danni patiti dal Comune di Ferrara, oltre agli interessi e alle spese legali.